La corsa alla sovranità digitale di Putin
Oggi parliamo di: Putin vs Whatsapp / Gli Stati Uniti lanciano AI.gov e il Kenya punta tutto sull'IA / Sviluppi nel settore RaaS
L'EDITORIALE PW
Riflessioni su cybersecurity, privacy e sull’impatto sociale della tecnologia.
di Matteo Navacci, data protection & cybersecurity advisor, co-fondatore di Privacy Week
La corsa alla sovranità digitale di Putin
La recente decisione del presidente russo Vladimir Putin di firmare una legge per sviluppare un'app di messaggistica statale integrata con i servizi pubblici segna un nuovo capitolo nella crescente corsa alla sovranità digitale.
La Russia, nel tentativo di creare un'alternativa nazionale, sembra percorrere una strada simile a quella della Cina, arrivendo però in ritardo, e probabilmente senza possederne la stessa forza tecnologica.
Il provvedimento rappresenta in realtà una duplice realtà: da una parte, è una mossa per affrancarsi da piattaforme straniere come WhatsApp, mentre dall’altra è anche il sintomo di una crisi sistemica dell'innovazione digitale nei Paesi che non possiedono una propria Silicon Valley.
L'introduzione forzata di una piattaforma digitale da parte dello Stato, in assenza di una spinta organica del mercato o di un'adozione spontanea da parte della cittadinanza, è infatti indice di una stagnazione dell'ecosistema tecnologico interno.
L’incapacità di generare innovazione dal basso, sostenuta da capitali, ricerca e spirito imprenditoriale — costringe lo Stato a farsi sviluppatore, finanziatore e promotore di sistemi tecnologici — con un modello dirigista che riecheggia dinamiche sovietiche più che moderne.
Eppure, la Russia — come anche l’Unione Europea — rischia di cimentarsi in uno sforzo inutile. I cittadini russi preferiscono piattaforme statunitensi per comunicare e vivere la loro vita digitale. Questo dato non è soltanto tecnologico, ma culturale: indica una penetrazione profonda del Capitale americano (rappresentato dalla tecnologia), veicolandone anche la relativa cultura, che inevitabilmente modella comportamenti, abitudini e desideri.
La scelta di non sostenere attivamente Telegram, fondato da due russi (i fratelli Durov), è ancor più rivelatrice.
Telegram è una piattaforma sulla quale il Cremlino non ha controllo diretto, contrariamente a quanto accadrebbe con una app statale. E in un mondo in cui l'infrastruttura digitale è diventata il fondamento della governance e dell’autorità politica, è facile comprendere la necessità di avere il dominio totale su dati, algoritmi, server e protocolli. Una lezione che la Cina ha già compreso da diverse decadi.
Intendiamoci, la volontà di controllo di Mosca o di Pechino non sono certo diverse da quelle di Washington, che tramite normative come il CLOUD Act esercita una fortissima giurisdizione sia interna che extraterritoriale su qualsiasi dato gestito da aziende americane. La differenza sta nella narrativa: gli USA promuovono l’ideologia della libertà, ma controllano a monte; la Cina e la Russia (almeno nella volontà) lasciano invece da parte veli ideologici.
In mezzo a questo scenario si colloca la cara vecchia Unione Europea. Ossessionata dal regolamentare le piattaforme digitali, con normative sempre più complesse e vincolanti, ma senza visione strategica e capacità esecutiva.
Siamo più vicini alla Russia di quanto pensiamo, e non solo a livello geografico. Non possiediamo campioni industriali in grado di competere con Google, Apple, Meta o Alibaba. Come ci ha ricordato la scorsa settimana la nostra Angelica Finatti, perfino le più ambiziose iniziative di sovranità finanziaria, come l'euro digitale, si appoggiano a fornitori tecnologici statunitensi per la realizzazione dei wallet e dell'infrastruttura sottostante.
L'apparente forza normativa dell'UE, tanto (auto)lodata, si rivela quindi debolezza geopolitica. Mentre cerchiamo di "civilizzare" il cyberspazio con leggi e regolamenti, rimaniamo esposti e dipendenti da potenze esterne che non condividono gli stessi valori o interessi. E se le infrastrutture digitali europee sono dominate dagli Stati Uniti, quelle fisiche sono invece roccaforti della Cina — Huawei il primo vassallo.
La Russia vuole indubbiamente seguire l’esempio cinese, non potendo procedere con la strada americana. Riusciranno a costruire un ecosistema come quello cinese, aziende nazionali come Tencent e Alibaba dominano ogni settore del digitale — proprio a partire dalle comunicazioni?
È comunque chiaro che la tecnologia non è più uno strumento neutrale, ma un campo di battaglia per la sovranità. La questione non è più solo "chi possiede i dati?" ma "chi costruisce l'infrastruttura, definisce i protocolli, e decide cosa è possibile fare?".
La legge firmata da Putin è dunque solo un tassello in un puzzle globale più grande, dove ogni Stato — in forme più o meno trasparenti — cerca di assicurarsi il controllo dell'infrastruttura su cui viaggiano i processi cognitivi e operativi delle proprie popolazioni.
ORIZZONTI DI GOVERNANCE AI
Novità e delucidazioni sulle politiche globali per l’IA.
di Luca Nannini, Senior AI Policy & Standards Specialist
Periodo: 18 - 23 giugno 2025
Unione Europea
La CNIL francese ha pubblicato nuove raccomandazioni sull'uso dell'interesse legittimo come base giuridica sotto il GDPR per l'addestramento di tecnologie IA con dati personali, particolarmente nel contesto del web scraping. Le linee guida mirano a chiarire il quadro giuridico per favorire l'innovazione IA rispettando i diritti fondamentali degli europei.
La Commissione Europea sta istituendo un panel scientifico di esperti indipendenti per supportare l'implementazione e l'applicazione dell'AI Act. Il panel si concentrerà sui modelli e sistemi di IA per scopi generali (GPAI), consigliando l'Ufficio UE per l'IA e le autorità nazionali su rischi sistemici, classificazione dei modelli, metodologie di valutazione e sorveglianza del mercato transfrontaliero. La Commissione cerca 60 membri per un mandato rinnovabile di 24 mesi, con candidature aperte fino al 14 settembre.
Stati Uniti
Il Senato americano ha rimosso il controverso divieto decennale sulle regolamentazioni IA statali e locali dal disegno di legge di riconciliazione del budget, sostituendolo con una disposizione che lega l'accesso a 500 milioni di dollari di finanziamenti federali per infrastrutture IA a una pausa su tali leggi. Il divieto originale, approvato dalla Camera, aveva affrontato opposizione bipartisan sui diritti degli stati.
L'amministrazione Trump si prepara a lanciare "AI.gov", una nuova piattaforma e API volte a modernizzare le operazioni governative attraverso l'intelligenza artificiale. Gestita dai Technology Transformation Services della GSA e guidata dall'ex ingegnere Tesla Thomas Shedd, l'iniziativa è legata al Department of Government Efficiency (DOGE) di Elon Musk.
La FDA ha lanciato Elsa, uno strumento IA generativa progettato per migliorare le operazioni interne e supportare il personale. Costruito in un ambiente GovCloud sicuro, Elsa aiuta i dipendenti a leggere, riassumere, scrivere e generare codice senza utilizzare dati da industrie regolamentate.
La California ha approvato al Senato l'SB 7, il "No Robo Bosses Act", che limita l'uso da parte dei datori di lavoro di IA e sistemi decisionali automatizzati nelle decisioni lavorative, richiedendo supervisione umana per assunzioni, promozioni e disciplina.
Il Texas ha approvato il Texas Responsible Artificial Intelligence Governance Act, stabilendo la regolamentazione IA statale più completa negli Stati Uniti, con entrata in vigore prevista per il 1° gennaio 2026.
Asia-Pacifico
La Corea del Sud ha nominato Ha Jung-woo, capo del Naver Cloud AI Innovation Center, come primo Chief AI Future Planning del paese. La nuova posizione supervisionerà l'implementazione delle promesse elettorali del Presidente Lee Jae-myung: 100 trilioni di won in investimenti IA, formazione di 100.000 professionisti IA e costruzione di data center IA su larga scala.
La Commissione dei Servizi Finanziari della Corea del Sud sta accelerando gli aggiornamenti alle sue linee guida sull'uso dell'IA in finanza, allineandosi con l'iniziativa del Presidente Lee per posizionare il paese come leader globale dell'IA.
Il Kenya ha firmato un Memorandum of Understanding con le aziende americane MindHYVE.ai e DV8 Infosystems per co-sviluppare la Strategia Nazionale IA del paese per il 2025-2030.
L'India ha concluso le consultazioni politiche sull'IA con UNESCO, concentrandosi sulla prontezza etica. Il Ministero dell'Elettronica e IT, in partnership con UNESCO e Ikigai Law, ha ospitato la quinta e finale consultazione degli stakeholder per la AI Readiness Assessment Methodology.
Asia Centrale
Il Kazakhstan mira a diventare il primo paese dell'Asia Centrale a legiferare in modo completo sull'intelligenza artificiale, prendendo spunto dall'AI Act dell'UE. Il progetto di legge, approvato in prima lettura dal Mazhilis a maggio, si basa su principi fondamentali come equità, legalità, responsabilità e impegno per il benessere umano.
FINTECH PLAZA
Ogni due settimane, opinioni e approfondimenti sul mondo del Fintech.
di Angelica Finatti, Blockchain Expert (bancario-assicurativo), TEDx Speaker
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NEWS BREVI
Tutti contro Whatsapp. Nella stessa settimana in cui Putin annuncia di voler sostituire Whatsapp con una piattaforma statale, anche dal governo degli Stati Uniti arriva uno stop all’uso di Whatsapp da parte dei federali. Il motivo sarebbe la cybersicurezza. Qui un articolo.
RaaS e assistenza legale. Il settore del RaaS (Ransomware as a Service) è estremamente fiorente. Se non fosse illegale, sarebbe uno dei migliori in cui investire. E da oggi il gruppo Qilin offre anche assistenza legale ai suoi affiliati, cioè coloro che vogliono acquistare i servizi di RaaS per colpire le malaugurate aziende. Qui la notizia.
Durov vs Francia. La causa penale tra governo francese e Pavel Durov, fondatore di Telegram, prosegue. I difensori dell’imprenditore russo però stanno dando filo da torcere all’accusa, dimostrando numerosi errori procedurali nella vicenda. Qui un approfondimento.
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