Medici artificiali e piramidi inverse
Oggi parliamo di: Microsoft lancia MAI Diagnostic Orchestrator / Il Texas segue l'esempio europeo sull'IA / Il mondo dei depositi tokenizzati
L'EDITORIALE PW
Riflessioni su cybersecurity, privacy e sull’impatto sociale della tecnologia.
di Matteo Navacci, data protection & cybersecurity advisor, co-fondatore di Privacy Week
Microsoft ha presentato un importante passo avanti verso l’automazione della scienza medica, con il suo sistema chiamato MAI Diagnostic Orchestrator.
Non si tratta di un singolo modello AI, ma di un team di agenti intelligenti – tra cui GPT-4, Gemini, Claude e altri – che collaborano insieme per discutere e valutare diagnosi mediche, imitando il lavoro di un’équipe clinica umana. Questa “catena di consulti automatizzati” consente un processo decisionale complesso e interdisciplinare, molto più avanzato rispetto alle attuali applicazioni LLM limitate a quiz o domande a scelta multipla.
In una simulazione su oltre 300 casi clinici reali (tratti dal New England Journal of Medicine), il sistema ha raggiunto un’accuratezza diagnostica superiore all’80%, superando di quattro volte i medici partecipanti. Inoltre, ha dimostrato una maggiore efficienza economica, riducendo i costi del 20% grazie all’eliminazione di test superflui.
Anche se è ancora in fase di test, Microsoft prevede l’integrazione futura di questo strumento nei propri servizi cloud (Azure Health) o perfino su Bing, come copilota digitale per i medici. Il potenziale è enorme: una medicina più veloce, equa e accessibile, specialmente nelle regioni meno servite da medici umani.
Questa non è soltanto un’ anteprima del futuro della sanità potenziata dall’intelligenza artificiale, ma anche una fortunatissima coincidenza che forse salverà il mondo.
Eh sì, perché il mondo ha proprio bisogno di essere salvato (e non solo dal punto di vista medico). Il boom e l’accelerazione dell’innovazione artificiale anche nel campo medico arriva proprio quando ne abbiamo più bisogno: “Non è l'eroe che ci meritiamo, ma quello di cui abbiamo bisogno", direbbe il commissario Jim Gordon.
Praticamente tutti i paesi del mondo, salvo l’Africa, sono in pieno processo di depopolazione.
L’Italia, in particolare, è tra i paesi messi peggio. Attualmente, la piramide demografica italiana ha una forma praticamente capovolta, con una base stretta, rappresentata dalle nuove generazioni, e un corpo largo, soprattutto nelle fasce di età tra i 50 e i 79 anni, che riflettono le generazioni dei “baby boomer”. In parole povere, ciò significa che fra pochissimi anni la popolazione anziana — e quindi più bisognosa di cure mediche — sarà molto più ampia rispetto a quella giovanile, che dovrebbe fornire suddette cure.
Il problema è che non tutti i giovani sceglieranno di seguire la strada della medicina, e anzi già oggi c’è una grave carenza di specialisti nel settore della salute. Avendo lavorato come consulente privacy per le strutture del 112 e 118, cioè i servizi che regolano e gestiscono a livello nazionale tutte le situazioni mediche emergenziali, posso affermare con certezza che la situazione è drammatica.
Già oggi in molte regioni d’Italia, anche tra le più ricche, esistono zone in cui è quasi impossibile ricevere adeguate cure mediche per scarsità di personale. È per questo che molte regioni, proprio col supporto delle strutture fortemente digitalizzate del 112 e 118 stanno già oggi progettando sistemi di telemedicina in grado di gestire le richieste “non emergenziali” da remoto.
Ma questo lo sa chiunque abbia avuto a che fare almeno una volta nella vita col sistema sanitario nazionale: prenotare un appuntamento è sempre più difficile e anche le cliniche private ormai sono costantemente in overbooking.
Quando i medici boomer andranno in pensione — e lo faranno tutti insieme, nel giro di pochi anni — il sistema collasserà se non avrà al suo fianco una forza lavoro alternativa. Che succederà a quel punto?
La risposta, per quanto inquietante possa sembrare, è che non ce la faremo senza l’intelligenza artificiale.
Non si tratta di sostituire il medico con una macchina, ma di potenziare i pochi esseri umani che rimarranno con le intelligenze artificiali, come una sorta di protesi cognitiva, un’estensione del medico stesso, capace di prendersi in carico centinaia di micro-compiti oggi lenti, dispendiosi e soggetti a errore.
Senza un supporto automatizzato alla diagnostica, al triage, al monitoraggio e persino alla relazione medico-paziente, intere fasce della popolazione resteranno scoperte, col rischio di intensificare ancor di più il calo demografico a causa delle minori aspettative di vita.
È come se la storia, in un impeto cibernetico auto-correttivo, stesse tentando di compensare il fallimento del modello demografico espansivo che pensavamo sarebbe durato per sempre.
E certo, i sistemi ibridi macchina-umano richiederanno molto lavoro di fine-tuning, cybersicurezza e privacy by design per evitare che il barlume di salvezza si trasformi in un rischio letale a causa del cybercrimine e del cyberwarfare.
ORIZZONTI DI GOVERNANCE AI
Novità e delucidazioni sulle politiche globali per l’IA.
di Luca Nannini, Senior AI Policy & Standards Specialist
Periodo: 23 - 30 giugno 2025
Unione Europea
L'Ufficio UE per l'IA ha convocato l'assemblea plenaria finale per il 3 luglio per presentare la versione definitiva del primo Codice di Condotta UE per l'IA per Scopi Generali (GPAI).
L'evento segna un momento cruciale nell'implementazione dell'AI Act, con la partecipazione di esperti globali per finalizzare le linee guida che influenzeranno lo sviluppo e il deployment dei modelli IA più avanzati. L'agenda include una panoramica delle linee guida sugli obblighi dei fornitori di modelli GPAI e la presentazione della versione finale del codice di condotta.
Stati Uniti
Il Texas è diventato il primo stato americano ad approvare una legge completa sulla regolamentazione dell'IA, con il Governatore che ha firmato il Texas Responsible Artificial Intelligence Governance Act. La legge prevede multe tra 100.000 e 200.000 dollari per le violazioni e stabilisce un quadro normativo pioneristico che potrebbe influenzare altri stati. La legislazione crea un consiglio statale per l'IA, stabilisce requisiti di divulgazione e vieta usi discriminatori dell'IA.
Un giudice federale di San Francisco ha emesso una sentenza mista nel caso Anthropic sul copyright, stabilendo che scaricare libri attraverso servizi in abbonamento (come Kindle) per addestrare modelli LLM è accettabile sotto il Fair Use, ma che la copia e l'archiviazione di oltre 7 milioni di libri piratati in una "biblioteca centrale" viola i diritti d'autore e non rientra nel fair use. Questa decisione crea un importante precedente per l'industria dell'IA sulla distinzione tra fonti legittime e illegittime per l'addestramento dei modelli.
Asia-Pacifico
Bangkok ha ospitato il 3° Forum Globale UNESCO sull'Etica dell'IA dal 26 giugno, il primo del genere nella regione Asia-Pacifico. Con oltre 1.200 partecipanti da 88 paesi diversi, 35+ ministri e 13 organismi intergovernativi, l'evento ha trasmesso un messaggio chiaro: l'etica non è in contrasto con l'innovazione, ma è strumentale al suo avanzamento. Il forum ha lanciato due iniziative maggiori: la Rete Globale delle Autorità di Supervisione dell'IA e la Rete Globale della Società Civile e del Mondo Accademico.
La Thailandia, paese ospitante, è uno degli oltre 70 paesi che hanno completato la Metodologia di Valutazione della Prontezza (RAM) di UNESCO. L'UNESCO sta supportando 7 su 10 paesi ASEAN nell'implementazione della RAM, inclusi Cambogia, Laos, Thailandia, Vietnam, Filippine, Indonesia e Malesia.
Ricerca e innovazione
Yoshua Bengio, pioniere dell'IA e vincitore del Premio Turing, ha lanciato un nuovo laboratorio da 30 milioni di dollari chiamato LawZero per ripensare la progettazione dell'IA. L'obiettivo della nuova startup è far sì che l'IA agisca meno come gli esseri umani, concentrandosi sulla sicurezza dell'IA e sullo sviluppo di sistemi più affidabili e controllabili.
Politica e leadership
L'ex Segretario ai Trasporti Pete Buttigieg ha pubblicato un articolo influente intitolato "We Are Still Underreacting on AI", sostenendo che questa non è solo una questione tecnologica, ma un cambiamento fondamentale della nostra società, e che rimaniamo pericolosamente impreparati ad affrontarne le implicazioni.
FINTECH PLAZA
Ogni due settimane, opinioni e approfondimenti sul mondo del Fintech.
di Angelica Finatti, Blockchain Expert (bancario-assicurativo), TEDx Speaker
Pensati razionale, reale e leggero
Certe scoperte non fanno rumore, ma ti cambiano la prospettiva.
Un anno e mezzo fa – o poco più – mi sono imbattuta in uno strumento che mi ha colpita dritta al cuore e al cervello: i depositi tokenizzati. Nessun effetto speciale, nessuna promessa di rivoluzione istantanea. Solo un’elegante ingegneria finanziaria, sobria e visionaria, che sembrava disegnata apposta per mettere ordine nel caos creativo della blockchain.
Per chi, come me, ha masticato criptovalute per anni – token, coin, stable o non – l’impatto è stato quasi terapeutico.
Ho passato giorni, notti e mal di testa a cercare di scardinare le categorie mentali a cui la blockchain mi aveva abituata. Ma più li studiavo, più i tokenized deposit mi sembravano una sintesi perfetta. Un ponte solido tra due mondi che raramente si guardano negli occhi: la finanza tradizionale e quella decentralizzata.
Non sono criptovalute. Non vogliono esserlo. Sono rappresentazioni digitali 1:1 della moneta bancaria commerciale, emesse da istituti regolamentati, gestite su infrastrutture DLT o blockchain permissioned. Funzionano in circuiti chiusi, evitano la volatilità, non temono il peg e – dettaglio cruciale – sono protetti dalle leggi sui depositi bancari (ndr per ora).
Sono un po’ come un dessert senza lattosio, glutine e nichel, che però mantiene un gusto straordinario. Accontentano chi ha paura del rischio, chi cerca trasparenza, chi vuole innovare ma non bruciarsi. E piacciono anche alle banche centrali, alle autorità di vigilanza, agli innovatori tecnologici. Incredibile, no?
Negli ultimi 18 mesi, i progetti basati su depositi tokenizzati si sono moltiplicati. C’è chi li sperimenta in chiave retail, chi nel mondo interbancario, chi come strumento per programmare pagamenti aziendali.
Da Banque de France, da tempo pioniera sul fronte DLT, alla Swiss Banking Association, con progetti su franchi digitali passiamo al consorzio interbancario britannico con HSBC, Barclays e Lloyds, fino alla stessa European Banking Authority, che osserva e analizza con interesse crescente.
Ma se dobbiamo scegliere due casi emblematici che oggi stanno ridisegnando la traiettoria dell’intero settore, i nomi sono due: CBMT (Germania) e JPMD (JPMorgan).
Nel cuore dell’Europa più solida e normativa, la Germania ha dato vita a uno dei progetti più interessanti: il Commercial Bank Money Token – o CBMT, per chi preferisce gli acronimi.
L’obiettivo è semplice, ma ambizioso: permettere trasferimenti peer-to-peer tra conti bancari, in forma completamente digitale, senza passare dai circuiti tradizionali di pagamento. Un consorzio di grandi banche tedesche, con il supporto delle autorità regolatorie, ha portato avanti una proof of concept avanzata. Il risultato? Un modello fluido, sicuro, perfettamente integrabile nel quadro normativo esistente.
È l’esempio perfetto di come l’innovazione non debba sempre distruggere ciò che esiste, ma possa lavorare al suo interno per renderlo più efficiente, trasparente, cooperativo.
Scomodo il mio filosofo più amato, Hegel quando sostiene che “la libertà non sta nel sognare il nuovo, ma nel riconoscere il razionale nel reale”. E il CBMT è, oggi, una delle espressioni più razionali del reale bancario europeo.
Attraversato l’oceano, però, JPMorgan, dopo aver fatto scuola con il JPCoin – spesso erroneamente etichettato come una stablecoin – torna ora con una proposta ancora più matura: JPMD.
Basato su Base, il layer 2 di Coinbase, JPMD è un tokenized deposit pensato per pagamenti programmabili tra aziende e istituzioni, con smart contract, compliance automatizzata, audit in tempo reale. Un ponte tra finanza tradizionale e finanza tokenizzata (Tyrone Lobban).
È denaro tokenizzato, assicurato, nativamente digitale. Ma con il rigore di Wall Street e la precisione di chi conosce bene il linguaggio dei regolatori. Ciò che rende i tokenized deposit realmente interessanti non è il loro essere trendy, ma la loro capacità di far dialogare due mondi che, fino a ieri, si ignoravano (o comunque si frequentavo per circostanza).
Da un lato, la solidità delle banche, la fiducia costruita in decenni di regolazione. Dall’altro, l’efficienza, la programmabilità, la leggerezza del digitale. Ed è proprio quella leggerezza, di cui scriveva Italo Calvino, che qui prende forma concreta, difatti, “la leggerezza non è superficialità, ma la capacità di sollevarsi sopra le cose, guardandole da un’altra prospettiva”.
Unendolo al pensiero hegeliano, potremmo dire che la vera innovazione sta nel razionalizzare il reale, liberandolo da quelle sovrastrutture ormai inutilmente pesanti.
I depositi tokenizzati ci mostrano una via. Non gridano. Ma avanzano, leggeri ed eleganti, ma soprattutto: reali.
NEWS BREVI
Spid a pagamento. Da luglio Aruba e Infocert addebiteranno i costi di gestione dello Spid ai loro utenti. Per ora gli altri 11 provider, tra cui Poste Italiane, rimangono gratuiti.
Il bollino di sostenibilità per smartphone. Una nuova normativa europea prevede che i produttori di smartphone informino gli utenti sulla durata della batteria, quanto è riparabile il dispositivo, quanto è robusto, quanto consuma. In teoria dovrebbe contrastare gli effetti dell’obsolescenza programmata.
Double opt-in come standard per il marketing. In un recente provvedimento il Garante Privacy afferma che il double opt-in sia ormai da considerare uno standard di base per garantire il consenso libero delle persone. Utile o ennesimo fardello per utenti che non fanno altro che cliccare banner online?
Microsoft licenzia. Continuano i licenziamenti per Microsoft, che al secondo giro lascia a casa più di 9.000 persone, circa il 4% della forza lavoro, in un’operazione di ristrutturazione aziendale per continuare ad assicurare la sua competitività.
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A ottobre torniamo a Milano, ospitati dal Liceo Classico C. Beccaria (27 ottobre), dai nostri partner Spazio Lenovo (28-29 ottobre), e all’Autodromo di Monza (30 ottobre) insieme a Spark!, per una giornata dedicata interamente alla tecnologia, alla cybersecurity e ai rombi di motore.
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