Ciao Skype, la fine di un'epoca
Oggi parliamo di: La fine di Skype / Consultazioni pubbliche del Garante / Cervelli biologici su corpi robotici.
L'EDITORIALE DELLA SETTIMANA
di Matteo Navacci1, data protection & cybersecurity advisor
Il 5 maggio 2025, Microsoft ha annunciato la fine definitiva di Skype, chiudendo un capitolo durato oltre vent’anni. Il servizio sarà assorbito da Teams, piattaforma ormai saldamente ancorata al contesto lavorativo, allineata al paradigma della produttività aziendale.
Ma dietro questa mossa apparentemente tecnica si cela un cambio d’epoca, un passaggio sottile ma importante, che segna il tramonto di una certa forma di umanità digitale.
Per chi come me è cresciuto negli anni 2000, Skype e prima ancora MSN Messenger non erano semplici strumenti, ma spazi liminali: stanze virtuali di incontro, confessione, gioco. Si chattava per il gusto di farlo, anche con sconosciuti. Si aprivano videocall senza doversi per forza aggiornare sull’ultima spreadsheet; si usavano le emoticon e trilli (alzi la mano chi abusava dei trilli su Messenger) come forme primitive di espressione memetica. Non c’erano algoritmi a decidere chi vedere o sentire. Le relazioni erano costruite attivamente, una ad una.
Oggi tutto questo sembra preistorico. I social network hanno trasformato la comunicazione in contenuto, e il contenuto in Capitale. L’interazione non nasce più da una nostra volontà esplicita, ma è spesso l’effetto collaterale di un flusso guidato dagli algoritmi di raccomandazione: vedo una storia su Instagram, commento un reel su TikTok, reagisco a un meme su X.
Sono gli algoritmi a decidere, direttamente o indirettamente, gli amici di cui ci ricordiamo e con cui magari scambiamo due parole. Quelli che invece non sono rilevanti per l’algoritmo… beh meglio avere una buona memoria, perché si fa presto ad essere dimenticati. Perfino le app di messaggistica istantanea – WhatsApp, Telegram – si stanno ibridando con dinamiche social: canali broadcast, storie, e-commerce integrati, chatbot.
In questo scenario, la comunicazione diretta tra individui – pura, intenzionale, non mediata – si sta ritirando verso gli interstizi del digitale. Paradossalmente, sopravvive quasi solo in contesti aziendali, dove Teams e Zoom fungono da sostituti asettici della presenza ma in qualche modo ancora non sono mediati da scintillanti algoritmi per stimolare l’engagement e la dopamina.
Eppure, penso che le cose siano destinate a cambiare. La proliferazione di assistenti IA, bot, deep fakes, agenti conversazionali e migliaia di algoritmi sta saturando l’ambiente comunicativo dei social network con presenze artificiali sempre più persuasive.
Questo sovraccarico di interazioni simulate potrebbe, per contrasto, risvegliare una nuova nostalgia: il desiderio di luoghi neutri, disarmati, privi di algoritmi e bot, realmente umani. Luoghi dove parlare senza scopo, senza pubblicare storie, senza performance. Come si faceva una volta su Messenger e come si faceva su Skype.
Forse la fine di Skype è il segnale che serve per comprendere quanto ci manca qualcosa che oggi sembra quasi assurda: la conversazione fine a sé stessa. E forse è proprio nel tempo del comfort dei bot, dell’automazione e dei social network ovunque, che torneremo a cercarla.
ORIZZONTI DELLA GOVERNANCE AI
di Luca Nannini, Senior AI Policy & Standards Specialist
Periodo: 28 aprile - 5 maggio 2025
Europa
Il Centre pour la Sécurité de l'IA (CeSIA) francese ha pubblicato un rapporto che delinea priorità per la cooperazione internazionale sull'IA avanzata, concentrandosi su quattro aree: architettura istituzionale, comprensione scientifica, regole del gioco e accesso ai benefici dell'IA per garantire una distribuzione globale dei vantaggi tecnologici. La Spagna ha incluso nel Piano normativo 2025 un progetto di legge per il “Buen Uso e la governance dell’IA”, approvato come anteprogetto a marzo 2025, volto ad adeguare la legislazione nazionale al regolamento UE sull’IA.
CIn Italia il Garante per la privacy ha informato che, a partire da fine maggio, Meta (Facebook/Instagram) potrà addestrare i propri sistemi di IA utilizzando dati degli utenti adulti raccolti sulle sue piattaforme, ricordando però agli interessati il diritto di opporsi a questo trattamento secondo il GDPR.
Stati Uniti
Esperti di politica dell'IA di Stanford HAI hanno introdotto un framework per segnalare e monitorare le falle nei sistemi di IA, includendo un modello standardizzato di reporting, protezioni legali per i ricercatori e un centro di coordinamento per migliorare la divulgazione e la gestione sistematica delle debolezze dell'IA.
Internazionale
L'OCSE ha pubblicato le prime sottomissioni al framework di reporting volontario del Processo di Hiroshima sull'IA (HAIP), segnando un importante passo avanti nella trasparenza internazionale dell'IA e nella condivisione di informazioni sulle misure di mitigazione del rischio.
Ex dipendenti di OpenAI ed esperti di IA, tra cui Geoffrey Hinton, hanno chiesto alle autorità statunitensi di bloccare la proposta di ristrutturazione di OpenAI da organizzazione non-profit a società benefit, sostenendo che metterebbe a rischio la missione originale dell'azienda di garantire che l'IA avanzata avvantaggi tutta l'umanità.
Un chatbot IA della piattaforma di editing del codice Cursor ha inventato una politica inesistente sull'utilizzo del servizio su più dispositivi, causando confusione e proteste tra gli utenti, evidenziando i rischi dell'uso dell'IA generativa nel supporto clienti senza adeguata supervisione umana.
L'Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha aggiornato le regole sull'uso dell'IA nei film, stabilendo che questo non influenzerà le possibilità di nomination agli Oscar, lasciando il giudizio ai votanti sulla base dell'estensione della paternità creativa umana e il grado in cui "un essere umano è stato al centro della paternità creativa".
LE NEWS DELLA SETTIMANA
Europol vs Botnets. L’Europol ha smantellato sei servizi globali di botnet per attacchi DDoS che operavano dal 2022. Sono state arrestate 4 persone. Qui la notizia.
Pay or Ok. Il Garante Privacy ha avviato una consultazione pubblica che riguarda il recente (e crescente) fenomeno del cosiddetto “consent paywall”, cioè la prassi di limitare l’uso del sito a coloro che non accettano i cookie di profilazione. Una scelta, quella della consultazione pubblica, che fa presagire una presa di posizione neutrale da parte del Garante verso un’attività che molti considerano invece illegale. Qui il comunicato.
Gli Italiani dell’Euro Digitale. Sono 70 le società private che stanno partecipando ad un progetto pilota a tema Euro Digitale. Tra le italiane di alto profilo: Poste con PostePay, Università Bocconi, SDA Bocconi School of Management, Politecnico di Milano con il suo Osservatorio per il digitale, GFT Italia, ASPS (Associazione Prestatori Servizi di Pagamento). Qui il post.
L’IA è già superata. I cinesi (sempre loro) hanno portato avanti un nuovo esperimento: un cervello umano all’interno di un robot. Non è Robocop, ma quasi. Dicono che impari molto più velocemente dell’alternativa di silicio. Probabile, ma che dire delle implicazioni etiche? Qui la notizia.
TORNA PRIVACY WEEK 2025
📍 Ottobre, Milano – Un appuntamento da non perdere per chi vuole capire davvero dove ci sta portando la tecnologia.
Non è la solita conferenza. Privacy Week è un’esperienza viva, ibrida, fuori dagli schemi: al centro ci sono le persone e le grandi domande del nostro tempo. Parliamo di privacy, cybersecurity, intelligenza artificiale, ma lo facciamo con uno sguardo trasversale: geopolitica, economia, lavoro, salute, arte, relazioni, identità.
🎯 Da cinque anni portiamo questi temi fuori dalle nicchie specialistiche e li rendiamo accessibili, stimolanti, umani. Un ponte tra professionisti, aziende e cittadini. Con linguaggi che coinvolgono, esperienze che restano.
💡 Hai un’idea? Un evento da proporre? Vuoi capire come diventare sponsor e far parte di questa rivoluzione culturale?
👉 Contattaci ora. Le migliori storie iniziano con una conversazione.
ALTRE DIMENSIONI DELLA TECNOLOGIA
Cyber Hermetica è la newsletter che ti accompagna nelle profondità dell’Era Digitale, tra riflessioni esistenziali e pratiche per orientarsi in un mondo che sta cambiando velocemente. È un riferimento unico in Italia (top 50 Substack) per esplorare la convergenza tra umanità e tecnologia, fede e filosofia, sovranità digitale e cibernetica.
Per i lettori di Privacy Week uno sconto esclusivo del 25% sull’abbonamento annuale a Cyber Hermetica. 👉 Approfittane ora e inizia il tuo percorso, clicca qui!
I nostri social
Segui anche i nostri social network e unisciti a un pubblico di più di 20.000 utenti!
Matteo è un consulente privacy e cybersecurity, con esperienza come DPO in settori critici (telecomunicazioni, utilities) e lead auditor ISO 27001. Autore di Cyber Hermetica e co-fondatore di Privacy Week e Privacy Network.